Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page e Sergej Brin (Google), Jeffrey Bezos (Amazon) figurano in testa alla classifica delle persone più ricche del pianeta, e che cosa li rende così ricchi? La vendita dei nostri dati personali, che liberamente disseminiamo usando google, facebook, social network, whatsApp, chat di messaggistica... M siamo sicuri di voler essere noi, con le nostre vite, la merce più preziosa venduta dai nuovi Paperon de Paperoni dell'era digitale.
Con linguaggio semplice, comprensibile proprio da tutti, l'autore spiega quali programmi e app usare per uscire dal controllo dei giganti del web, sia quando usiamo lo smartphone che quando navighiamo su internet. Grazie a prodotti come Startpage (motere di ricerca che vi renderà anonimi su internet, così smetteranno di arrivarvi le pubblicità dei divani dopo che ne avete cercato uno per la casa della nonna....), Firefox e Libreoffice (entrambi free software), K9mail (per leggere le email), Signal (servizio di messaggistica libero) e tanto altro ancora. Per la maggior parte, si tratta di strumenti semplici utilizzabili da tutti.
Nei capitoli finali l'autore propone riflessioni importanti sulle trasformazioni che stanno avvenendo nel mondo del lavoro e nell'ambiente a causa della diffusione delle tecnologie. Nel primo caso lavoro sempre più precario, mal pagato e gestito da App (Uber, Foodora ma anche Amazon), dall'altro rifiuti altamente inquinanti con cui il Nord del mondo sta invadendo il sud: della serie aiutiamoli a casa loro!
Michele Bottari, classe 1966, vive in provincia di Verona. Esperto di economia (ha una laurea in Economia aziendale) e tecnologia e attivista ecologista, ha lavorato come informatico mentre attualmente è titolare di attività di risanamento ambientale. Blogger della prima ora, per molti anni è stato redattore del blog tecnologico zeusnews.it, e autore in numerosi siti non ufficiali di notizie tecnologiche. Oggi scrive sul blog ambientalista veramente.org ed è direttore del notiziario ambientale riusa.eu.
Con linguaggio semplice, comprensibile proprio da tutti, l'autore spiega quali programmi e app usare per uscire dal controllo dei giganti del web, sia quando usiamo lo smartphone che quando navighiamo su internet. Grazie a prodotti come Startpage (motere di ricerca che vi renderà anonimi su internet, così smetteranno di arrivarvi le pubblicità dei divani dopo che ne avete cercato uno per la casa della nonna....), Firefox e Libreoffice (entrambi free software), K9mail (per leggere le email), Signal (servizio di messaggistica libero) e tanto altro ancora. Per la maggior parte, si tratta di strumenti semplici utilizzabili da tutti.
Nei capitoli finali l'autore propone riflessioni importanti sulle trasformazioni che stanno avvenendo nel mondo del lavoro e nell'ambiente a causa della diffusione delle tecnologie. Nel primo caso lavoro sempre più precario, mal pagato e gestito da App (Uber, Foodora ma anche Amazon), dall'altro rifiuti altamente inquinanti con cui il Nord del mondo sta invadendo il sud: della serie aiutiamoli a casa loro!
Quarta di copertina
Pubblicità personalizzate online, interventi per condizionare le scelte politiche e di consumo, mappatura degli spostamenti… I nostri dati e quelli dei nostri amici, che disseminiamo ogni volta che usiamo lo smartphone o navighiamo su Internet, sono la merce più preziosa per Apple, Google, Facebook, Amazon & Co.
I colossi del web 2.0 si arricchiscono rivendendo i nostri profili ad aziende, partiti politici, gruppi di pressione, venditori di scarpe e materassi, ma anche di scommesse online e contenuti porno. Ma siamo sicuri di voler essere noi la merce che consente a Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page e Sergej Brin (Google), Jeffrey Bezos (Amazon) di figurare in testa alla classifica delle persone più ricche del pianeta?
Il libro – manuale pratico che non disdegna riflessioni e interrogativi sui cambiamenti indotti dalle tecnologie – suggerisce come sottrarsi al controllo di Google, Facebook e compagnia. Tutti, anche coloro che hanno poca dimestichezza con la tecnologia, impareranno a usare programmi, motori di ricerca, app che impediscono di raccogliere i nostri dati e preferenze.
L’autore ci aiuta a essere più consapevoli delle implicazioni di gesti apparentemente innocui (i like, le chat che frequentiamo) e dei costi umani (lavori sempre più precari) e ambientali (rifiuti high-tech che non sappiamo come smaltire) che stiamo pagando. Terminata la lettura, sapremo quali strategie attuare per non essere solo merce passiva dell’era digitale.
I colossi del web 2.0 si arricchiscono rivendendo i nostri profili ad aziende, partiti politici, gruppi di pressione, venditori di scarpe e materassi, ma anche di scommesse online e contenuti porno. Ma siamo sicuri di voler essere noi la merce che consente a Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page e Sergej Brin (Google), Jeffrey Bezos (Amazon) di figurare in testa alla classifica delle persone più ricche del pianeta?
Il libro – manuale pratico che non disdegna riflessioni e interrogativi sui cambiamenti indotti dalle tecnologie – suggerisce come sottrarsi al controllo di Google, Facebook e compagnia. Tutti, anche coloro che hanno poca dimestichezza con la tecnologia, impareranno a usare programmi, motori di ricerca, app che impediscono di raccogliere i nostri dati e preferenze.
L’autore ci aiuta a essere più consapevoli delle implicazioni di gesti apparentemente innocui (i like, le chat che frequentiamo) e dei costi umani (lavori sempre più precari) e ambientali (rifiuti high-tech che non sappiamo come smaltire) che stiamo pagando. Terminata la lettura, sapremo quali strategie attuare per non essere solo merce passiva dell’era digitale.
Biografia dell'autore
Michele Bottari

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