Voglia di parto. Il libro per le future mamme
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Voglia di parto

Metodi per gestire le doglie e ridurre il dolore del parto naturale

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Voglia di parto
Editore Terra Nuova Edizioni
Formato Libro
Genere Genitori e Figli Maternità e gravidanza
Collana Genitori e figli
Pagine 192
Pubblicazione 11/2017
ISBN/EAN 9788866813156
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Perché scegliere un parto spontaneo, per restituire forza alle donne, benessere a mamma e bambino, e contenere il dolore
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Il significato del dolore per la donna moderna

L’intento di questo lavoro è quello di restituire significato alle doglie del parto e, nello stesso tempo, offrire strumenti di contenimento e di riduzione del dolore al suo minimo fisiologico. Ma non solo: vuole aprire nuove strade, affinché il significato del dolore del parto si possa trasformare. Il volume non intende né esaltare il dolore né demonizzare l’analgesia farmacologica, piuttosto vuole riempire quel vuoto che esiste tra parto medicalizzato e parto “senza niente”, che spesso avviene in condizioni difficoltose: il fine è aprire una terza via attraverso l’analgesia o ipoalgesia fisiologica, un tipo di analgesia che si basa sull’incremento delle risorse endogene della partoriente e può essere complementare sia al parto naturale che a quello medicalizzato. Nelle pagine a seguire viene offerta un’informazione esauriente su tutti i metodi esistenti di controllo del dolore e vengono anche fornite opzioni per l’autogestione. Sono inoltre illustrati i pro e i contro di ogni possibilità, affinché le scelte che saranno fatte dalle donne tengano pure conto dei valori e dei bisogni personali.

Proprio perché la donna moderna si trova in un momento di cambiamenti culturali molto dinamici e rapidi, che comportano sempre un conflitto di adattamento e un certo grado di disorientamento interiore, un’ambivalenza tra vecchio e nuovo, ella necessita di una riflessione sulle molteplici possibilità di affrontare il parto e soprattutto sulla libertà di scelta.
La donna deve sentirsi autorizzata a perseguire quello che ritiene buono per sé, senza moralismi né giudizi, ma necessita anche di nuovi strumenti e nuove interpretazioni di percorsi antichi. Nel volersi staccare da vecchi modelli ha bisogno di ricollocarsi, di comprendere da dove viene, dove si trova in questo momento, cosa vuole lasciare e cosa prendere dal passato, come vuole cambiare le valenze dei vissuti. Il dolore del parto diventa emblematico in questa ricerca. Comprenderlo e accettarlo tocca temi profondi, esistenziali, mentre escluderlo riduce il sentire, il fare esperienza di sé, la gratificazione.
Autrici come Adrienne Rich (1983), Suzanne Arms (1975), Sheila Kitzinger (1986), Doris Haire (Presidente dell’American Foundation for Maternal and Child Health), Margareth Mead (1962), Ina May Gaskin (1977), Barbara Ehrenreich (1975) e molte altre ancora, sottolineano l’importanza di vivere il parto interamente in quanto è un evento inestricabilmente legato a tutta la vita della donna e alla sua sessualità femminile. È un momento in cui è in gioco la potenza e il potere personale, la forza, la creatività individuale e sociale della donna.

La definizione del parto come evento psicosessuale, gli stessi aspetti sessuali del parto stimolati dal dolore, propongono un ri-accostamento tra maternità e sessualità che potrebbe guarire molte vecchie ferite delle donne. Il recupero di questa dimensione segue percorsi diversificati e spesso tortuosi. Compromessi, adattamento, gradualità, ma anche delusioni emozionali, sacrifici in termini di sofferenza e limiti personali e ambientali sembrano tappe inevitabili su questa strada. Non ci confrontiamo quindi con un ideale, ma con una realtà complessa e “storica”, della quale vogliamo però capire qualcosa in più.
Vivere il parto integralmente ha a che vedere anche con la conservazione delle specie viventi. Quando il processo riproduttivo e di crescita diventa dipendente dalla tecnologia e dalla chimica, quando il legame primale con la madre, e quindi con la terra e le sue creature, è leso, le specie sono minacciate e si possono considerare estinte, perché hanno perso il sapere del vivere e del sopravvivere.
Verena Schmid
 

Quarta di copertina

L’idea di partorire con le doglie richiama il dolore. Le doglie, però, non sono solo dolore, ma anche pause di benessere, gioia e gratificazione profonda.
Questo libro dimostra che il dolore delle doglie può essere governato e che la sua gestione attiva dà alla donna un senso di una grande forza e di grandi possibilità personali. In modo chiaro sono spiegate le numerose funzioni positive delle doglie per mamma e bambino, e anche tutte le risorse che un parto spontaneo mette a disposizione, nonché i mille modi in cui il dolore può essere controllato, contenuto e trasformato in pura forza.
I metodi di analgesia e ipoalgesia farmacologici e fisiologici sono descritti in dettaglio, compresi i loro aspetti positivi e negativi, al fine di offrire alle donne il più ampio ventaglio di scelte.
In conclusione l’autrice propone un corso di training per le doglie in quattro sedute, pensato per la coppia affinché anche il partner possa trovare un ruolo attivo di sostegno.
Un testo indispensabile per le operatrici del settore e per tutte le donne e le coppie che desiderano affrontare il parto in modo attivo e consapevole.

Biografia dell'autore

Verena Schmid

Verena Schmid
Verena Schmid, vive a Firenze. Ostetrica dal 1979, è docente, autrice di numerosi libri, mamma e nonna. Dal 1988 si occupa di formazione delle ostetriche. Nel 1993 ha fondato la rivista D&D, il giornale delle ostetriche, e nel 1996 la Scuola ElementaLe di Arte Ostetrica a Firenze. Insegna in numerosi paesi e in un master presso l’Università di Salisburgo la «Salutofisiologia in ostetricia», un nuovo paradigma di assistenza. Nel 2000 le è stato assegnato il premio internazionale Astrid Limburg per la promozione dell’autonomia dell’ostetrica e del parto naturale.

Informazioni e contatti: www.verenaschmid.eu

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