Sarebbe così folle pensare che l’uomo abbia molte più correlazioni, legami e analogie con il mondo marino di quanto oggi si assuma? Con la consueta originalità Michel Odent traccia un nuovo percorso dell’evoluzione umana, che lega indissolubilmente lo sviluppo umano con quello degli Oceani e delle creature marine. Nell’acqua salata possiamo rintracciare le origini dei nostri antenati e la successiva evoluzione della nostra specie.
Michel Odent, nato in Francia nel 1930, medico chirurgo, è stato uno dei pionieri del parto naturale, introducendo fin dagli anni Settanta nei reparti maternità ospedalieri le «stanze selvagge» (la sala parto come stanza di un’abitazione) e il parto in acqua. Ha fondato a Londra il Primal Health Research Centre, che si occupa del periodo compreso tra il concepimento e il primo anno d’età, e ha creato la banca dati della ricerca in salute primale (www.primalhealthresearch.com). Conosciuto internazionalmente, ha scritto oltre 14 libri, tradotti in numerose lingue.
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E se i nostri antenati fossero stati pescatori-raccoglitori, prima di diventare caccia-tori-raccoglitori? E se fosse più appropriato dire “Pianeta Oceano”, piuttosto che “Pianeta Terra”? Sarebbe così folle pensare che l’uomo abbia molte più correlazioni, legami e analogie con il mondo marino di quanto oggi si assuma?
Per Michel Odent queste sono ipotesi da prendere in seria considerazione stante i numerosi elementi che, portano in questa direzione.
Pensiamo per esempio all’attrazione per l’acqua che tante donne manifestano durante il travaglio; alla relazione che abbiamo con i fiumi, i mari e gli oceani e quanto questo ci abbia influenzati, e ci influenzi ancora, da tutti i punti di vista (sociale, ambientale, educativo, relazionale); al fatto che l’uomo di Neanderthal avesse già una cultura marittima; alle peculiarità che accomunano l’essere umano ai mammiferi marini; e ancora, al fatto che tra i nutrienti essenziali per il cervello, nella nostra specie enormemente sviluppato, vi sia lo iodio, che si ritrova abbon-dante solo nella catena alimentare marina.
Se l’oceano è la culla della vita, che legame allacciamo con le acque della vita? Perché i ricercatori moderni non considerano che la maggior parte degli esseri umani prima della rivoluzione neolitica ha vissuto non nell’entroterra ma su terre che oggi sono sommerse?
E perché non riscoprire quei numerosi pensatori, da Esopo a Elaine Morgan, che nel tempo hanno suggerito un passato acquatico dell’uomo?
Michel Odent ci guida verso una visione rivoluzionaria delle origini dell’essere umano, che ci aiuta a comprendere meglio la natura umana; e lo fa citando dati, studi e ricercatori.
Per Michel Odent queste sono ipotesi da prendere in seria considerazione stante i numerosi elementi che, portano in questa direzione.
Pensiamo per esempio all’attrazione per l’acqua che tante donne manifestano durante il travaglio; alla relazione che abbiamo con i fiumi, i mari e gli oceani e quanto questo ci abbia influenzati, e ci influenzi ancora, da tutti i punti di vista (sociale, ambientale, educativo, relazionale); al fatto che l’uomo di Neanderthal avesse già una cultura marittima; alle peculiarità che accomunano l’essere umano ai mammiferi marini; e ancora, al fatto che tra i nutrienti essenziali per il cervello, nella nostra specie enormemente sviluppato, vi sia lo iodio, che si ritrova abbon-dante solo nella catena alimentare marina.
Se l’oceano è la culla della vita, che legame allacciamo con le acque della vita? Perché i ricercatori moderni non considerano che la maggior parte degli esseri umani prima della rivoluzione neolitica ha vissuto non nell’entroterra ma su terre che oggi sono sommerse?
E perché non riscoprire quei numerosi pensatori, da Esopo a Elaine Morgan, che nel tempo hanno suggerito un passato acquatico dell’uomo?
Michel Odent ci guida verso una visione rivoluzionaria delle origini dell’essere umano, che ci aiuta a comprendere meglio la natura umana; e lo fa citando dati, studi e ricercatori.
Biografia dell'autore
Michel Odent

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